Eccomi, tocca a me! Buongiorno a tutti, anche io lavoro al Parco Lombardo del Ticino e mi preoccupo di uno degli aspetti più importanti del territorio: l’agricoltura! Eh già, perché il Parco vede circa metà della sua superficie interessata da questa attività…coltivazioni, allevamenti, campi coltivati, rappresentano il 50% dell’intero Parco, a testimoniare come il paesaggio agricolo sia quello dominante! Sono diverse le azioni che il Parco svolge in tema “agricoltura”; ma io voglio parlarvi dell’impegno che l’Ente mette per conservare una pratica agricola antica e importante, tipica del territorio, fondamentale da più punti di vista: la marcita.

Si tratta di un campo gestito dall’uomo per ottenere foraggio, erba fresca, per l’alimentazione delle mucche. È un campo speciale che presenta delle pendenze, più o meno accentuate, naturali o ricreate dall’uomo, utili a far scorrere sulla superficie l’acqua. Acqua che viene portata nella parte superiore della marcita da un canale detto “canale maestro”, a fondo chiuso. L’acqua quindi riempiendolo straborda e scivola sulla superficie del campo, scorrendo grazie alla pendenza presente fino alle parti inferiori. Qui c’è un altro canale, detto “menavia”, che porta via l’acqua scivolata fino lì, in altri punti del campo o in altre zone. 
Il perché di tale sistema? Beh, l’acqua scorrendo evita che il terreno si ghiacci in inverno e permette all’erba di crescere verde e rigogliosa anche nella stagione più fredda! I contadini, così, hanno foraggio fresco per il loro bestiame tutto l’anno! 
L’acqua che viene portata nella marcita è gestita da un contadino speciale, detto “camparo” che a seconda delle condizioni meteorologiche fa entrare o meno l’acqua in marcita.
L’acqua utilizzata è speciale, di risorgiva. È un’acqua che scorre per la maggior parte del tempo nel sottosuolo e che sgorga spontaneamente in alcuni punti, là dove incontra i terreni impermeabili della bassa pianura. È per questo molto pulita –perché filtrata dal terreno- e mantiene la propria temperatura sempre compresa fra i 9 e i 12 gradi, anche d’inverno! In questa stagione è, quindi, più calda rispetto alle temperature esterne e contribuisce a non far gelare il terreno su cui scorre.
Ora, le marcite –tanto frequenti nel passato, dall’XI secolo- sono via via state abbandonate dai contadini: richiedono tanto lavoro manuale, molta acqua e in più l’alimentazione delle mucche è cambiata nel tempo…Ma il Parco contribuisce a conservarle e sapete perché? Perché sono pezzi di storia, testimonianza della cultura del territorio. Perché sono parte del paesaggio della valle del Ticino. Perché, essendo così ricche in acqua durante l’inverno, garantiscono la vita di tantissime specie! Da quelle vegetali (l’erba che cresce nel campo), a quelle animali. Moltissimi uccelli trovano nel campo di marcita una specie di “ristorante a cielo aperto” che nella stagione più dura dà acqua da bere e cibo per superare il freddo! La biodiversità è, quindi, aumentata! 
Bello vero?!