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La storia di un Codibugnolo…
di Daniela Meisina


Quasi 20 anni fa avevo appena cominciato ad affacciarmi al mondo della natura in modo diretto, ovvero non più conoscenza attraverso libri e atlanti, ma esperienza a stretto contatto con boschi e fauna, osservandone i misteri e approfittando del fatto che dovevo realizzare la tesi di laurea in biologia, in particolar modo sulla “dinamica di popolazione dei micromammiferi”. 
Quell’anno coincideva anche con l’inizio dei famosi servizi civili, aperti anche alle donne e rivolti anche al settore ambientale. Così, divenni una delle prime donne “obiettrici” in Italia e iniziai a provare a spiegare agli altri che cosa voleva dire “natura”, quali erano le piante e gli animali presenti nel bosco e altro ancora. Contemporaneamente davo una mano al centro visite (LIPU “Bosco Negri” di Pavia) e cercavo di imparare come gestire un animale selvatico in difficoltà.
Proprio mentre scoprivo come dare le cure base ai diversi animali possibili, sono arrivati al centro due piccoli di …Codibugnolo!

Da qui ho iniziato a conoscere davvero lo spirito degli animali. Grazie agli insegnamenti e alla super visione del mio capo (una guida naturalistica), Cristina Nera, esperta e decisamente capace di gestire qualsiasi forma di vita animale in ogni situazione e trasmettere passione per la natura, ho provato a prendermi cura di loro. 
Gradualmente li ho alimentati seguendo gli orari e il cibo a loro necessari, li ho tenuti al caldo in una scatola di scarpe con i buchi, osservati e quando ho visto che iniziavano a fare dei micro voli li ho messi in una voliera più grande.
Qualche giorno dopo ho sentito che era il momento per loro di riprendere il volo. Avevo fatto tutto il necessario per loro fino a quel momento e così li ho recuperati dalla voliera e uno alla volta sono partiti.
Subito sono andati a posarsi su un vicino nocciolo, poi li ho persi di vista. Lo confesso, ero triste perché sentivo dentro di me che mi mancava qualcosa, sapevo che non mi sarei più svegliata con il suono dei loro primi canti. Guardavo la voliera e loro non c’erano…poi è accaduto qualcosa.
Il più piccolo dei due era tornato e inspiegabilmente si è venuto a posare sulla mia spalla, qualche secondo, giusto il tempo di rivedere bene l’azzurro chiaro dei suoi occhi, poi di nuovo in volo.
Davvero penso di non potervi descrivere cosa abbia provato in quel momento (e che sto provando ancora ora che lo scrivo), ma di certo la tristezza di prima era sparita per lasciare il posto ad un sentimento di immensa gioia nel vederli liberi di nuovo di volare e vivere. Dentro di me pensai che in fondo, forse, avevo fatto un buon lavoro come principiante nel curare gli animali!
Da quel momento ho acquisito sempre maggiore sicurezza in me e nelle mie capacità di stare a contatto con gli animali e la natura.
Posso proprio dire che quell’episodio mi ha fatto davvero capire che quella che avevo iniziato era la mia strada e che avrei dovuto lottare con tutta me stessa per fare conoscere a tutti gli altri  quella “natura libera” espressa nel volo di un codibugnolo e simbolo di sopravvivenza.

Quel piccolo codibugnolo forse mi voleva dire grazie oppure semplicemente testava il volo, non importa, ma a loro dedico tutte le mie vittorie  ed ecco perché ho voluto da subito chiamare la mia prima associazione “Codibugnolo”, per non dimenticarmi mai la forza della libertà.

Codibugnolo Aegithalos caudatus (Linneo, 1758)

  • Dimensioni: 16 cm
  • Elemento distintivo: coda molto lunga
  • Dove si trova (areale): largamente diffuso lungo tutta la penisola italiana (sotto 1300 m), ad eccezione della Sardegna. Nidifica in boschi decidui e misti, preferendo ambienti caratterizzati da vegetazione arbustiva fitta. Tende a mantenersi distante dai centri abitati, ad eccezione per zone ricche di giardini, orti e piccoli incolti 
  • Cibo: insetti
  • Nido: ovale, creato utilizzando licheni e rametti, sospeso tra le biforcazioni dei rami. Non ha bisogno di cavità naturali per la sua realizzazione a differenza delle cince.
  • Covata: 8-12 uova bianche con delle macchie rossastre
  • Caratteristiche ed etologia della specie: prevalentemente sedentario; a volte si riscontrano popolazioni costituite da migratori a breve raggio. Ha affinità con il gruppo delle cince; animale sociale (anche per quanto riguarda la cura parentale con la possibile presenza di “aiutanti”),  si trova spesso riunito in gruppi o in associazione con specie quali cinciallegra e cinciarella. I giovani hanno le guance con una colorazione più scura e la coda è più corta rispetto agli adulti
  • Conservazione: mantenere la presenza di ambienti diversificati utili sia per la nidificazione (vegetazione arbustiva) che per l’alimentazione (vegetazione arborea). Sensibile all’uso di insetticidi.
 
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